La cellulite, definita scientificamente come “pannicolopatia fibro-edematosa”, consiste in una modificazione del tessuto sottocutaneo, cioè dello strato di tessuto ricco di cellule adipose che si trova sotto la pelle. E’ caratterizzata da ipertrofia (aumento di volume) delle cellule adipose, ritenzione idrica e stasi di liquido negli spazi intercellulari.
Responsabile dell’insorgenza della cellulite è la cattiva circolazione venosa e linfatica; le alterazioni del microcircolo, che determinano una degenerazione dell’ipoderma, ovvero dello strato più profondo della cute, vanno ad incidere sulle funzioni metaboliche: le cellule adipose aumentano di volume e trattengono liquidi, mentre la microcircolazione, sanguigna e linfatica, procede con difficoltà, determinando una stasi idrica nei tessuti e un processo infiammatorio locale.
L’insorgenza della cellulite è influenzata da molteplici fattori, tra cui l’ereditarietà, cioè una predisposizione familiare dovuta a fattori genetici, ma anche da fattori ormonali ed in particolare dalle variazioni che i livelli degli ormoni ovarici, ipofisari e tiroidei possono subire nel corso delle varie tappe della vita di una donna, come pubertà, gravidanza, menopausa.
Per contrastare la cellulite e l’adiposità localizzata vengono consigliati una serie di programmi e trattamenti personalizzati variabili a seconda dei casi. Dal consiglio di semplici integratori alimentari da accompagnarsi ad un idoneo regime dietetico ipocalorico e bilanciato, ai trattamenti medici localizzati e ciclici (microterapia, lecilisi). Per quanto riguarda gli integratori alimentari, sono disponibili in numerose forme e con diverse modalità d’azione: da quelli che rallentano l’assorbimento di grassi e zuccheri a quelli che accelerano il metabolismo, agiscono sull’appetito o, ancora, hanno un’azione drenante.
Per le adiposità localizzate c’è un nuovo metodo: la mobilizzazione lipidica non
invasiva. Numerosi studi sono stati condotti prendendo in considerazione le due forme di
tessuto
adiposo presenti nell’organismo, bruno e bianco: il tessuto adiposo bianco è associato al deposito di
grassi,
quello bruno al consumo di energia.
Un dato emerso chiaramente è il ruolo di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi della serie omega-6 ed
omega-3
nella regolazione del metabolismo a livello dell’adipocita.
È possibile indurre uno shift metabolico con la trasformazione da adipocita bianco (WAT),
deputati all’accumulo di trigliceridi, ad adipocita bruno (BAT), deputato invece al consumo di trigliceridi,
attraverso l’attivazione mitocondriale e la stimolazione del metabolismo lipidico.
La mobilizzazione lipidica presuppone la somministrazione nutraceutica di un complesso funzionale, che consente la trasformazione metabolica delle cellule adipose, in modo da attivare i processi termogenici naturali.